martedì 19 aprile 2011

QUARTO GIORNO A TOKYO

Oggi ho incontrato la mia amica Haruko che parla benissimo italiano. Abbiamo scambiato i soliti convenevoli e siamo andate a prenderci un caffè espresso, che lei conosce bene avendo vissuto due anni in Italia. Con la scusa che io non bevo caffè, ho declinato, e ho optato per un cappuccino, ma ho sottolineato il fatto che non mi fido dell'acqua utilizzata per fare il caffè, dato che le notizie a pochi giorni dopo i problemi alla centrale a Fukushima parlavano di acqua potabile con elevato tasso di radiazioni. Mi ha guardato come si guarda una pazza e mi ha risposto, con molta calma e lentezza, come si parla a un bambino, che noi italiani siamo esagerati. Ha potuto leggere articoli usciti sui giornali e vedere dei servizi sui telegiornali e pensa che siamo degli allarmisti.
Tò beccate questa, fifona di una fifona che non sono altro! E mentre raccontavo questo a mio marito, via skype, una bella scossa di terremoto ha fatto in modo che tutto ballasse per parecchi secondi. Allarmista che non sono altro! Che ci sarà da aver paura!
Facciamo che io mi tengo le mie paure e i miei dolcetti, che non si sa mai, alla verdura e al caffè ci penso quando tonro in Italia tra i fifoni!

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Niente da dire, saranno anche ammirevoli nella loro tenacia e nella loro rassegnazione, ma cosa deve succedere perché un giapponese si scomponga? Forse è semplicemente proprio il fatto che è giapponese...noi invece siamo incapaci di gestire anche i minimi accadimenti che scuotono un tantino la nostra quotidianità...che sia questione di mentalità o di ambiente in cui si vive?

Tieni duro, siamo sempre tutti con te.

Monica

Silvia ha detto...

Il tuo modo di raccontare le cose rende tutto divertente... ma in effetti qualche domanda viene da porsela...
Siamo davvero troppo allarmisti noi italiani oppure sono i giapponesi che tendono a non preoccuparsi anche quando dovrebbero?
Nel dubbio... io farei come te, Adriana! ^_^

Silvia ha detto...

Ops... mi vedo costretta a confermare quanto pensano i tuoi amici giapponesi riguardo al nostro tipico allarmismo: oggi al TG regionale ho visto un servizio che parlava del sensibile calo di clienti che in questi giorni si riscontra nei ristoranti giapponesi (e in quelli cino-giapponesi va anche peggio)!
C'erano il Console e i ristoratori giapponesi che cercavano di spiegare quanto i timori di trovarsi in tavola pietanze radioattive fosse del tutto ingiustificato, perché le materie prime fresche vengono comprate in Italia e anche i prodotti tipicamente giapponesi come certi condimenti o la birra vengono da tempo prodotti su licenza delle aziende giapponesi anche al di fuori del Giappone, spesso in Europa e negli USA.
Beh, tutte cose che sapevo già, infatti io non ho alcun timore ad andare nei ristoranti giapponesi.
Ma d'altronde noi siamo quelli che abbiamo portato sull'orlo del fallimento i ristoranti cinesi ai tempi della SARS, quando era più che ovvio che anche i cinesi stessi ci tenevano ad evitare qualsiasi contagio arrivando a rinunciare a tornare in Patria a trovare i propri parenti...

Aggiungo una cosa che forse ti può interessare: il servizio del TG diceva anche che le autorità competenti in dogana prestano particolare attenzione alle merci provenienti dal Giappone, e le lasciano passare solo se superano tutti i controlli.
Spero che questo non ti crei dei problemi al rientro!

Anonimo ha detto...

Grande popolo i giapponesi. Accettano con calma olimpica la sventura che li ha colpi, li sta colpendo e li colpirà per anni, senza perdere la loro dignità.
Fosse successo qua stiamo sicuri che almeno metà dell'Italia si sarebbe pianta addosso invocando aiuti dall'alto pur di continuare a vivere nelle zone contaminate. Chi non fosse stato direttamente interessato avrebbe trovato modo di scucire soldi perchè confinante con quei luoghi. Persino chi vi fosse passato per caso decenni prima avrebbe richiesto indennizzi.
Loro continuano a vivere la loro vita prendendo per pazzi noi che ci preoccupiamo così tanto. Giustamente.

Kiarachu ha detto...

Datemi pure della fatalista ma io il cappuccino l'avrei bevuto lo stesso.Tanto si vive una volta sola...a meno che non credi nella reincarnazione ;-)
E comunque la penso come la tua amica giapponese...qua in Italia siamo un po' allarmisti.Leggendo in internet notizie del Giappone ho scoperto che alla fine la contaminazione di acqua e verdure non è così grave e che non c'è molto da preoccuparsi.