Questo viaggio di novembre è stato rivelatore. Avevo già parlato di politica con alcuni miei amici. In un altro stato è più facile e si ci sente più liberi di esprimere la propria opinione senza rischiare di offendere o addirittura farsi dei nemici. In Italia, la politica per alcuni è sentita come una fede, la stessa che si prova per la propria squadra del cuore. Ma in Giappone non si corre questo pericolo, perché nessuno, dico nessuno parla di politica con la passione che si vede in altri Stati.
Quindi, quando qualche anno fa chiesi al proprietario della Ryokan dove dormo di solito, quale fosse il nome dell'Imperator del Giappone, non mi meravigliai poi molto che lui non lo ricordasse e che la moglie me lo rivelasse solo dopo una certa pausa di riflessione.
Potete quindi immaginarvi la mia meraviglia quando ieri mattina portandomi alla stazione dei treni, la prima cosa che mi ha detto è stata: "Berlusconi resigned".
E appena arrivata a casa, in uno dei messaggi degli amici giapponesi su Skype c'era il messaggio: "Berlusconi resigned". Mi domando: come mai Berlusconi è così famoso in Giappone?